Ondes Martenot, uno strumento simile alla voce umana > Bruno Perrault e Matteo Ramon Arevalos

Bruno Perrault, Ondes Martenot / Matteo Ramon Arevalos, pianoforte

Festival Acusmatiq 1.5 >

Concerto-conferenza sulle Ondes Martenot, antesignano dei moderni sintetizzatori elettronici, creato nel 1928 da Maurice Martenot. Verranno raccontate la sua storia ed i misteri dietro la sua nascita. Verranno illustrate le possibilità sonore e timbriche e le tecniche esecutive, e saranno presentate opere di alcuni dei massimi compositori del XX secolo che ne hanno fatto uso.
Un concerto-conferenza rivolto sia ai musicisti che ai non "addetti ai lavori".

Programma:

Francisco Semprun: Suite "Raices"
Jean Marc Morin: Faisceaux 31 z …
Olivier Messiaen: Quatre feuillets inédits
Thomas Bloch: Formule (per O. M. solo)
Darius Milhaud: Suite
Tristan Murail: Tigres de verre


Ondes Martenot

"Uno strumento elettronico che fa dimenticare di esserlo”: così definisce le Ondes Martenot uno dei suoi più significativi interpreti odierni, Bruno Perrault. Come oggi verrà anche praticamente illustrato dallo stesso Perrault, le Ondes Martenot – che prendono il nome dal suo inventore, il violoncellista Maurice Martenot, che lo presentò all’Opéra di Parigi nel 1928 – è uno strumento elettrofono costituito da due generatori ad alta frequenza, un oscillatore, condensatori inseriti in circuito, sette tubi elettrici, un altoparlante e un risonatore. Di fronte ad una terminologia così ‘tecnica’ si potrebbe essere indotti a considerare questo strumento come un generatore di timbri freddi, asettici, poco modulati, caratteristiche che solitamente vengono attribuite, a torto o a ragione, agli strumenti che funzionano ad elettricità.
In realtà lo strumento colpisce sempre il pubblico per la sensualità della sua ‘voce’, ché esattamente di voce è possibile parlare per le caratteristiche sue proprie: lo spettro dinamico, usando filtri diversi che agiscono sugli armonici del suono fondamentale, è vastissimo; oltre a glissando e microintervalli, è possibile il vibrato che dipende integralmente dai gesti dell’interprete; le variazioni dell’altezza del suono sono ottenute sia con i tasti della tastiera, sia infilando l’indice in un anello attaccato ad un cordino che agisce su un condensatore rotante. Proprio i due diversi modi di suonare presentano possibilità espressive complementari: l’esecuzione sulla tastiera si apparenta al modo di suonare strumentale, quella con l’anello al canto vocale. In ogni caso, non intervenendo alcun elemento automatico, vi è una tale fedeltà nella relazione tra pensiero musicale e risultato sonoro che l’interpretazione assume sempre un carattere di “espressione umana diretta”, come ebbe ad affermare Vincent d’Indy.
Un ampliamento dei registri espressivi è senz’altro dato dalla possibilità di impiegare dei diffusori speciali, una sorta di “accessori musicali” esterni che caratterizzano la specifica sonorità delle Ondes Martenot: si tratta degli altoparlanti Espace (da lontano), Palme (vibrazioni per simpatia) e Metallico (a ciascun suono corrisponde la risonanza di un gong). Una ulteriore caratteristica di questo strumento è la sua monodicità. La tastiera ha infatti un ruolo del tutto differente rispetto al pianoforte perché la natura dello strumento non tollera la polifonia: il suono va creato, va estratto nella sua individualità, proprio come potrebbe fare un violinista o, appunto, un violoncellista. Proprio per questo le Ondes Martenot possono dirsi uno strumento moderno e antico allo stesso tempo: a ragione può essere considerato il primo vero strumento elettronico e moderna è senz’altro la sua ricerca sul suono; ma esso conserva ancora caratteristiche acustiche tipiche degli strumenti tradizionali.
Al loro esordio le Ondes Martenot incontrarono il favore di tutti i musicisti del tempo. Molti autorevoli compositori le hanno utilizzate nelle loro composizioni, fra cui Jolivet, Varèse, Honnegger, Milhaud, Messiaen, Bussotti, ma la duttilità dello strumento, capace di creare atmosfere originalissime, oniriche, strane, lo vede spesso protagonista di colonne sonore nel cinema e addirittura le Folies-Bergères parigine possiedono le Ondes Martenot per accompagnare le riviste. Dall’istituzione della prima cattedra di Ondes Martenot al Conservatorio di Parigi nel 1947, occupata a lungo proprio da Maurice Martenot, si è sviluppata un’ampia scuola di ‘ondisti’ che spesso alternano la loro attività interpretativa, oltre che didattica della strumento, con quella della composizione."

(Estratto dall’articolo del “Corriere Romagna” del 1 giugno 2006 di Laura Pistolesi, docente di Storia della musica del Conservatorio “B. Maderna” di Cesena)

Bruno Perrault (Ondes Martenot)

Parallelamente agli studi universitari, Bruno Perrault, studia pianoforte e Ondes Martenot al CNR di Strasbourg, nella classe di Françoise Cochet. Lo stesso anno entra al Conservatoire National Supérieur de Musique nella classe di Ondes Martenot di Valérie Hartmann-Claverie.
Vince il Primo Premio del Conservatorio nel 1997 e consegue il Diploma di Formazione Superiore con menzione. Si perfeziona in seguito con Jeanne Loriod.
Ha conseguito un Diploma in Musicologia nella Facoltà di Stasbourg e ha partecipato a numerosi stages di pedagogia e di Ondes Martenot. Tiene frequentemente concerti come ondista, in Francia e all’ estero.
E’ tra i fondatori del Quator d’ Ondes Martenot de Paris per cui molti compositori hanno composto delle opere.
Nel 1997, si esibisce con questa nuova formazione alle “Nuits Musicales en Bourbonnais”. In seguito l’ Ensamble tiene concerti a Bordeaux, all’ Institut Britten di Périgueux, e spesso a Strasbourg. Nel 1998, è chiamato a suonare come solista, sotto la direzione di Pascal Rophé, nella tournée di concerti organizzati dal Conservatoire de Paris, ed esegue la Turangalila-Symphonie di Olivier Messiaen a Bratislava, all’ Académie Franz Liszt di Budapest e al Concert Lisinski di Zagabria.
Nel 1999 è invitato al Festival “Les Claviers de Mars”a Mans. Tiene inoltre una conferenza sulla struttura costitutiva del suo strumento che viene poi trasmessa su France Musique.
Inizia nel 1998 un’ importante session d’ improvvisazione, col compositore Olivier Touchard, da cui è stato prodotto un CD.
Nel 2000, è stato invitato dall’ Orchestre National Philarmonique de Lithuanie, a Vilnius, per eseguire la Turangalila-Symphonie, sotto la direzione di Cyril Diederich. Inoltre Jean-Luois Martenot lo invita a Parigi al “Rencontres Martenot 2000” con la pianista Magali Frandon, e al “Rencontres Martenot 2004” con il pianista Matteo Ramon Arevalos che con il quale, dal 2003, collabora con la compagnia teatrale ravennate Fanny & Alexander al progetto triennale tratto da “Ada, o ardore” di Vladimir Nabokov, con gli spettacoli: “Villa venus”, (Prato 2003); “Ardis I”, (Ravenna Festival, 2003); “Ardis II”, (Bruxelles, 2004) e “Adescamenti”, (Ravenna Festival, 2004).
Nel 2005 è stato invitato da Jonny Greenwood, cantante dei Radiohead, per incidere delle sue composizioni, per due ondes Martenot, da cui è nato un CD che è stato presentato a Londra a marzo del 2006.
Registra colonne sonore di programmi tematici per Arté.

Matteo Ramon Arevalos (Pianoforte)

Matteo Ramon Arevalos si è avvicinato alla musica a sei anni con lo studio della batteria, suonando con i fratelli e il padre. Si è diplomato nel 1995 in pianoforte al Conservatorio “B. Maderna” di Cesena con Flavio Meniconi col massimo dei voti e la lode. Successivamente si è perfezionato con Rudolf Kehrer a Vienna e con la pianista Oxana Yablonskaya a New York.
Per due anni ha studiato musica classica indiana, suonando il sitar all’interno del gruppo musicale “Monson Mood”.
Parallelamente all’attività concertistica, come pianista solista e in formazioni cameristiche, sulla linea dei suoi studi extramusicali (diploma all’Istituto d’Arte per il Mosaico di Ravenna), ha sviluppato un percorso legato alle arti visive, dando vita talora ad eventi che uniscono musica ad interventi figurativi (“Buonasera Chopin”, Cesena 1998; “Colori e note in una notte di mezza estate”, Ferrara 1999; “Mantra-gita”, Ravenna 2001).
Ha seguito corsi di composizione a Roma, Lugano e Parigi.
Ha composto alcune arie della favola in musica “Notte” di Jean-Michel Arevalos (Ravenna, 1993).Di recente pubblicazione “Vivo Marcia Fantasia” per pianoforte; “Nocturne 1996” per pianoforte, con Cd allegato, per la College Music Edizioni.
Nel dicembre 2004, in duo con l’ondista Bruno Perrault, è stato invitato a suonare in occasione delle celebrazioni parigine dei “Recontres Martenot 2004” per l’anniversario dell’invenzione dell’Ondes Martenot.
Attualmente collabora come pianista con il gruppo teatrale Fanny & Alexander relativamente a quattro delle tappe del progetto “Ada – Cronaca familiare” in cui esegue un repertorio pianistico contemporaneo che spazia da composizioni di O. Messiaen, G. Ligeti fino a M. Feldman; il progetto ha conseguito il “Premio Speciale Ubu 2005” ed è stato prodotto un dvd, “Rebus per Ada”, Luca Sossella Editore.
Nell’estate del 2005 gli è stata commissionata dal Ravenna Festival e dal Comune di Ravenna l’esecuzione di un programma pianistico (Chopin, Skrjabin, Messiaen) tematico, “La Notte del Solstizio”, in occasione delle celebrazioni ventennali del Planetario della Città di Ravenna.
Ha composto il brano con Matteo Moretti “Honey Moon” per pianoforte e basso, colonna sonora del film “Morning Smile” di Zapruder filmmakersGroup.