Ebdo 2.0 > Un'idea di Paolo F. Bragaglia

Musiche ed interventi musicali: Matteo Ramon Arevalos, Paolo F. Bragaglia, Andrea Lambertucci, Paolo Tramannoni, Danilo Vecchi.
Voci recitanti: Michele Accattoli, Antonio Del Prete, Antonio Lucarini, Claudia Mazzieri, Matteo Ripari.
Immagini: Marco Bragaglia, Roberto Pignataro.
Regia: Marco Bragaglia.
Progetto Grafico: Massimo Macellari.

Uno spettacolo prodotto dall’Associazione Culturale La Rondinella.

EBDO 2.0 è dedicato alla memoria e al grande estro artistico dell'amico Oliviero De Quintajè.

Uno spettacolo multimediale che vede la partecipazione di compagni di viaggio vecchi e nuovi nell’attività del teatro “La Rondinella” di questi ultimi anni.

Sette composizioni, sette sequenze di immagini, sette letture che si ispirano ai miti connessi ad ogni giorno: il tempo di una settimana nella in una serata. Le divinità planetarie di cui si ha ancora traccia nei nomi dei giorni, diventano motivo ispiratore dei suoni e delle immagini che compongono la performance. Tra elettronica ed acustica i brani musicali che compongono lo spettacolo sono intercalati da testi poetici ed accompagnati da evocative immagini: un continuo avvicendarsi di temi, atmosfere, interpreti, musicisti.

La tradizione ha dato ad ogni giorno della settimana un nome e degli attributi simbolici ormai sepolti nello scorrere lineare ed indistinto del tempo. Riconoscere l'origine del nome dei giorni è modo per riacquistare una prospettiva legata ad una percezione diversa, circolare, del tempo.

Ebdo 2.0 è un progetto nato nel lontano 1993 nel contesto dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, uno spettacolo multimediale ante litteram che viene riproposto in una nuova, aggiornata versione al pubblico de “La Rondinella”.

Oliviero de Quintajè, cantante eclettico e dal grande talento faceva parte del cast originario dello spettacolo e questa nuova versione è dedicata alla sua memoria.

Ebdo 2.0 si aggiunge alle produzioni originali de “La Rondinella”, accrescendo l’ormai consistente numero di spettacoli realizzati e prodotti in questi anni dall'associazione culturale che gestisce l’omonimo teatro di Montefano.




(Rassegna stampa)