Conferenze climatiche > Antonio Speranza
Ciclo di conferenze con Antonio Speranza.Antonio Speranza è attualmente ordinario di Fisica presso i Dipartimenti di Fisica, Matematica ed Informatica, Scienze della Terra dell’Università di Camerino. È Presidente del CINFAI (Consorzio Interuniversitario Nazionale di Fisica delle Atmosfere e delle Idrosfere, istituzione che raccoglie più di venti università distribuite sull’intero teritorio italiano); membro del Consiglio Scientifico del Dipartimento Territorio ed Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche e Esperto nazionale FP7 (Environment including Global Change). Ha lavorato in numerose istituzione di ricerca nazionali ed internazionali (tra cui l’Università di California San Diego, il Massachusetts Institute of Technology), ha al suo attivo decine di pubblicazioni e realizzazioni progettuali nel campo della Fisica dell’Atmosfera e dell’Oceano, applicazioni della matematica dei sistemi nonlineari e della statistica (anche in alter discipline come Biologia ed Economia).
Ha ricoperto numerose cariche nazionali (tra le quali quella di consigliere della Presidenza del Consiglio dei Ministri dal 1993 al 2001 presso il Dipartimento per i Servizi Tecnici Nazionali, Presidente del Consiglio Scientifico del CNR-Fisbat di Bologna e del CNR-Isdgm di Venezia) ed internazionali (tra le quali quelle di focal point del progetto internazionale ALPEX dal 1980 al 1987 e di secretary della European Geophysical Society dal 1986 al 1989, senior advisor nella Task Force per le Tematiche Trasversali di grande interesse internazionale del Ministero Affari Esteri, membro del comitato scientifico del progetto MEDEX (MEDiterranean EXperiment) dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, membro del Comitato per il Precipitation Testbed della NOOA), membro del Consiglio Scientifico dell’Agenzia Sviluppo Lazio.
Primo appuntamento – 14 dicembre 07
UNA CAOTICA COMPLESSITÀ CLIMATICA
“È davvero arduo individuare dei modelli scientifici per lo studio dell’andamento del clima in futuro vi sono problemi che concernono il reperimento dei dati, gli errori legati all’approssimazione, la stessa variabilità naturale che fa da sfondo all’accadere degli eventi”. Altro problema è costituito dal fatto che la fisica statistica basi i propri studi sulla disponibilità di infinite repliche dello stesso sistema; in climatologia, invece, “si ha una realizzazione sola: non è possibile fermare lo scioglimento di una glaciazione perché lo si è osservato male e poi guardarlo nuovamente”.
Il clima è poi un macchinario complicato, che comprende al suo interno notevoli fattori (dai ghiacci fino ai gas, per intendersi), oltre che complesso: i suoi componenti interagiscono continuamente tra loro, influenzandosi vicendevolmente e rendendo impossibile uno studio lineare, che li consideri separatamente, uno per uno. Il dibattito sulle variazioni a cui è soggetto il sistema climatico è insomma ancora aperto. Se infatti gli esperti si trovano d’accordo nel sostenere che la temperatura atmosferica aumenterà e che le precipitazioni saranno più violente, il quadro concernente fenomeni più estremi rimane ancora terreno di dibattiti alquanto problematici.
Secondo appuntamento – 25 gennaio
A TEMPO E PER CASO. L’EREDITÀ DI ILYA PRIGOGINE
Prigogine si è occupato dei fenomeni irreversibili teorizzando la possibilità di capire i fenomeni irreversibili passando dalle equazioni di Newton a quelle di Hamilton, con l’aggiunta, per così dire, di un pizzico di caos, cioè di infiniti gradi di libertà. Sulla scorta di tale tesi Prigogine ha teorizzato l’irreversibilità della Storia, che si basa su eventi snodo, o biforcazioni, dai quali non è possibile tornare al punto di partenza. Ecco il concetto di complessità secondo Prigogine: è necessario trascendere i limiti della meccanica classica con l’analisi di tutti i processi legati alla vita mediante la codificazione di un progetto. Il Professor Speranza che si definisce un utente fruitore di sistemi, ritiene indispensabile che i fisici matematici trasmettano informazioni per modellare i sistemi, con specifica attenzione alle proprietà statistiche dei sistemi. La questione fondamentale è se la componente statistica va posta nel sistema dall’inizio o se è possibile studiare un’equazione che la riproduca dall’interno.
Terzo appuntamento – 15 febbraio
LA GRAMMATICA DEI MESTIERI
Diversa è la lingua quotidiana e la lingua specialistica e queste differenze portano ad un ovvia difficoltà, da parte delle persone comuni, a comprendere appieno alcuni testi scientifici. La lingua dei fisici è infatti ricca di termini derivanti dal greco e dal latino, di termini di uso comune ma a cui è associato un significato diverso (la “forza” e il “lavoro” usati all’interno di un testo di fisica non sono certo la stessa “forza” e lo stesso “lavoro” che siamo abituati a pronunciare ogni giorno…) e di termini tecnici che, in questo periodo, tendono spesso all’inglesismo (ma che in futuro, anche in base a nuovi scenari internazionali, potrebbero tendere anche ad altre lingue, perché no al cinese!). Tutto questo porta, in Italia, ad un “analfabetismo scientifico” di certo preoccupante. Ed è quindi necessario cercare di colmare questo gap, magari chiedendo anche ai fisici, o chi per loro, di spiegare le loro scoperte nella maniera più chiara possibile, cercando di venire incontro alle esigenze sia del pubblico tecnico sia di quello comune. La difficoltà di comunicare a pubblici diversi è una sfida che tutti, soprattutto i giovani, non possono perdere. Sia nell’ambito fisico, sia in tutti gli altri ambiti, alcuni dei quali verranno discussi nei prossimi incontri. Quando, il primo giorno di lavoro, verrà chiesto loro di “calcolare il break even point con un algoritmo in base ai dati dei nostri competitors” forse, lo capiranno da soli.
