Internet che verrà
Quali sono i limiti attuali di Internet? E quali le soluzioni per eliminarli? Ce lo hanno mostrato con particolare efficacia Marc Eisenstadt del Knowledge Media Institute (KMi), Marc Auerbach, group manager di OpenDoc, Steve Everhard, product manager di Pippin e Network Computer (NC), e Jorge de Sousa Pires, responsabile education di Apple Europe.
Oggi Internet è difficile da usare, costoso, lento, privo di presenze umane, per non parlare di come isoli e non offra vantaggi alle comunità. Per diventare uno strumento a diffusione popolare, Internet deve superare questi limiti e mostrare la sua convenienza, diventare oggetto d’uso quotidiano e mezzo di aggregazione.
I nuovi Macintosh sono dotati di tutto ciò che serve per entrare in rete, ma questo non basta. La stessa interfaccia utente di Macintosh dovrà cambiare, basandosi non più sull’atto di “cercare” (finding, con riferimento al Finder) ma su quello di “scartabellare” (browsing, pensando a net browsers come Netscape Navigator).
Per facilitare la presenza umana in rete, Apple ha realizzato QuickTime Conferencing, i cui vantaggi sono evidenti in software come MeetMe: i partecipanti alla conferenza via Internet dispongono ognuno della loro brava finestra, in più condividono una lavagna virtuale su cui mostrare o vedere il documento di cui si discute e su cui si deve intervenire. In un collegamento via Internet e QuickTime Conferencing, abbiamo potuto assistere a una pacata discussione di lavoro fra Marc Eisenstadt a Bruxelles e un suo collega a Londra, con tanto di pennarelli rossi ed evidenziatori virtuali.
La stessa conferenza di Bruxelles era accessibile come webcast via Internet, attraverso un software messo a punto dalla britannica AMX digital.
Un esperimento di videopresenza con Stadium. Vi sono rappresentati oratore, moderatore (che si incarica di curare la conferenza e di smistare gli interventi degli spettatori), la lavagna usata dall’oratore, il comando di ascolto. Se è in corso una conferenza ci si inserisce dal vivo, altrimenti si riceve una conferenza registrata.
Infine, il network computer sembra essere la novità dei prossimi anni: economico, facile da configurare, facile da usare, Pippin è la personale interpretazione che ne dà Apple, che vi crede fortemente.
Assistenti digitali intelligenti
Che cosa sono? Per spiegarlo riportiamo le parole di Pattie Maes dei Media Lab del MIT:
Gli “agenti software” forniscono assistenza personalizzata a chiunque si trovi a lavorare con il computer. La differenza con il software tradizionale è che essi sono:
(1) realmente attivi (prendono iniziativa autonoma di aiutare l’utente per mezzo di suggerimenti, o sgravandolo da compiti che non richiedano particolare creatività), (2) auto-adattanti (si adeguano di volta in volta alle preferenze, le abitudini e gli interessi dell’utente), e infine (3) personalizzati (si comportano in maniera differenza a seconda delle informazioni raccolte dall’analisi del comportamento dell’utente).
I progetti di KMi
KMi si dedica invece alla ricerca sulle nuove tecnologie per la condivisione di conoscenze, la creazione di assistenti automatici attivi, la diffusione di nuovi mezzi di apprendimento presso studenti, disabili, persone qualsiasi con esigenze di autoistruzione.
KMi è parte della Open University, un grande istituto di studi britannico che sperimenta e impiega da anni nuovi metodi di apprendimento a distanza.
http://socsci.open.ac.uk/who-kmi.html
A proposito di videoconferenza, o, meglio, di telepresenza, Marc Eisenstadt di KMi ci ha mostrato le ricerche del suo istituto.
Stadium, scritto interamente in Java, è un sistema di telepresenza o “webcasting” per un numero variabile di partecipanti (da pochissimi a decine di migliaia), in parte derivato da esperienze precedenti quali gli IRC (Internet Relay Chat), Ubique Virtual Places o Compuserve Conference Center, che permette di avere uno o più oratori in linea in viva voce. In pratica, si può avere un docente o uno staff di docenti sulla scrivania, da interpellare dal vivo o, preregistrati, su richiesta. Uno degli usi che KMi fa di Stadium è il sistema L’Esperto del Mese, un’intervista registrata di trenta minuti ad un esperto, alle cui singole parti l’allievo può accedere su richiesta. Le interviste sono accessibili via Real Audio o CU-SeeMe.
Altro uso è la conferenza su larga scala. In questo caso il flusso di informazioni è prevalentemente monodirezionale, con un oratore che riceve segnali di assenso o dissenso dagli ascoltatori. Ancora, Stadium permette a membri di una azienda distribuita su un ampio territorio (magari in tutto il mondo) di incontrarsi, registrare incontri e opinioni, ricevere su richiesta le opinioni che interessano.
Stadium si basa sul concetto del server distribuito: non un solo server, ma una collaborazione fra diversi server e diversi moderatori umani o virtuali. In questo modo il sistema non è mai bloccato dall’assenza di qualcuno, come nella realtà non si ferma una conferenza se qualcuno è assente.
Altro campo di ricerca di KMi sono gli assistenti digitali intelligenti. Luigi, sorta di agenda di gruppo in rete, utilizza la normale posta elettronica per fissare appuntamenti, generare report delle discussioni, decidere autonomamente di interpellare i suoi utilizzatori.
Le ricerche del KMi hanno portato anche ad avere laboratori virtuali per la sperimentazione simulata. La nuova filosofia del multimedia educativo dovrebbe non essere “punta, fai clic e vedi”, ma “punta, fai clic e sperimenta”. La possibilità di mettere in rete diversi laboratori è un enorme ampliamento delle possibilità di sperimentazione, dato che esperienze mai svolte in situ potrebbero essere replicate sul modello virtuale.