L’aspetto conta
La novità più evidente di questa edizione è l’interfaccia utente, ridisegnata anche se perfettamente familiare ai vecchi utenti. I colori, tra cui predomina lo stesso grigio delle applicazioni Pro di Apple, sono diventati più delicati; le forme, leggermente più estruse, sono allo stesso tempo più morbide. Il codice colore è molto facile da leggere. La levetta del pan è stata sostituita da un più realistico potenziometro rotativo (come nei mixer veri).La scelta di colori per i canali del mixer.
La praticità d'uso di Pro Tools è sempre stata agevolata dall'uso di due sole finestre, che mettono tutto a portata di mano. Ad esse si aggiunge, ora, il MIDI Editor (ne parliamo più avanti). Viene ulteriormente ridotto il numero delle finestre di dialogo, con molti parametri spostati nelle finestre o nella barra degli strumenti.
Nell’Arrange si può aprire una sezione di edit degli eventi Midi, rappresentati come su un rullo di pianola. Sotto ogni traccia si possono editare i controlli Midi.
La barra degli strumenti diviene completamente personalizzabile, come accade in molte altre applicazioni per Mac. Diventa facile, quindi, aggiungervi (e posizionare liberamente) i pulsanti che si usa più spesso. Subito sotto, il righello ora mostra in ogni pagina anche accordi e tonalità.
Anche lo spostamento nell’arrangiamento viene semplificato. Alla finestra Universe si sostituisce la traccia Universe View, che (come nel Navigator di Sibelius) permette di muoversi rapidamente sulla miniatura dell’intero arrangiamento.
Una funzione già apprezzata in altri programmi, è la possibilità di salvare la configurazione di finestre. Peccato che la posizione non venga salvata con le sessioni, in modo da portarsi dietro il proprio ambiente di lavoro preferito in studi diversi.
Una novità importante è data dalla possibilità di visualizzare (e modificare) per ogni traccia più tipi di dati di automazione allo stesso tempo (volume, pan, livello effetti...); l’interazione con i parametri diventa quindi più immediata. In quest'ottica, dovrebbe essere molto apprezzata anche la possibilità di modificare la configurazione delle tracce o del routing al volo, senza dover fermare il play.
Come nei programmi concorrenti, a velocizzare la configurazione iniziale di un nuovo progetto (che in Pro Tools si chiama “sessione”) provvedono i “template”, cioè modelli di partenza che configurano automaticamente tracce, strumenti ed effetti.
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